sabato 28 maggio 2011

IL PASSAPORTO E ALTRE SCEMENZE

Scorrevo le pagine dell'Enciclopedia per vedere cosa pescare per un nuovo post, e mi sono imbattuta in un articolo talmente assurdo che ho dovuto rileggerlo più volte per assicurarmi di aver ben compreso...poi mi sono seduta al pc e ho mentalmente ringraziato dio di avermi dato sufficiente ironia.

"Giacché parliamo di passaporti e carte d'identità, sarà bene accennare a un certo "vezzo" tipicamente femminile, che è quello di ringiovanirsi un po' ritoccando la data di nascita, crudelmente spiattellata su quei documenti, alla portata di ogni occhio indiscreto. Ebbene, questo vezzo può costare caro (per l'esattezza da quattro mesi e due anni di reclusione) perchè alterare la data di nascita sui documenti di identità significa commettere "reato di falsità materiale in certificato": e scusate se è poco! Certo, di tanto in tanto, si sente ( - ma dove??) parlare di onestissime signore e signorine chiamate in giudizio per non aver saputo resistere alla tentazione di darsi qualche anno di meno; e si sente anche dire di pretori che si arrabattano - e poi dicono che oggi non esiste più cavalleria! - per assolvere quelle imputate ricorrendo magari alla formula della mancanza di dolo. (...) Tutt'al più, si potrà dire, come talvolta ha affermato la cassazione, che non c'è reato se il ritocco è talmente grossolano da lasciar riconoscere a prima vista sia l'alterazione che la vera data di nascita. Ma questa, per una donna, sarebbe forse un'assoluzione più cocente di una condanna..."

Quindi, secondo l'Enciclopedia, le donne sarebbero così sceme da rischiare la galera per dimostrare uno o due anni in meno? Ma poi,perchè?? Comunque, la lotta contro il tempo persiste, in forme diverse, anche nel 2011: andate a farvi un giro per le vie del centro e vedrete conretizzarsi la famosa frase: "dietro liceo, davanti museo"!

Madonna
anni reali: 53
anni sperati: 20
risultato: La Mummia




Berlusconi
anni reali: 340
anni sperati: 35
risultato: se togli le mollette si sfalda

venerdì 20 maggio 2011

COME SI TELEFONA?

Milano, ora di punta, sull'autobus. Un cellulare squilla. Due, tre. In pochi minuti potete sentire tutta la cronostoria del divorzio della figlia della vicina della signora di fianco, i dettagli sull'influenza del tizio davanti, e sapete che alle 17 Luca e Giulia si trovano da Zurli a bere un caffè. Meraviglioso.
"Come usare il telefono", quindi, non è una domanda scontata: anche se il cellulare è relativamente recente, l'Enciclopedia della donna sa bene che il sesso debole è quello più tentato dalle lunghe ore di conversazione..e visto che il bon ton le consiglia anche di non lavorare, e che la bolletta la paga il marito, il capitolo su come usare il telefono diventa un capitolo di salvaguardia del matrimonio.
Vediamo:

"Anzitutto, bisogna abituarsi a considerare il telefono sempre come un mezzo e mai come un fine. La signora che costringe l'amica ad ascoltare il resoconto particolareggiato del film visto la sera prima o si diffonde in dettagli sulla donna di servizio o sulle bizzarrie della sarta, usa il telefono come un fine: le telefonate saranno per lei un passatempo quotidiano. Al contrario, considera il telefono come mezzo chi se ne serve per semplificare e organizzare la propra vita pratica: ad esempio, per fissare un appuntamento, per fare ordinazioni ai fornitori, per chiedere informazioni ecc...naturalmente il telefono è anche un mezzo insostituibile per facilitare i rapporti col prossimo. Ce ne serviremo per un rapido saluto alle persone care, per fare gli auguri agli amici e parenti..."

Per quanto riguarda i saluti - ve lo cito per amor documentario - l'Enciclopedia vi ricorda di non usare in nessun caso la formula "a risentirci"...al massimo potete dire "ci risentiamo".
Ultima chicca: "Se la cameriera ci informa che la signora è a tavola, raccomandiamo di non disturbarla, lasciando detto il nostro nome, oppre richiamando più tardi".

Se conoscete qualcuno che lavora in un call center, passate il post...oppure cercatemi una cameriera.

mercoledì 4 maggio 2011

SPESE DA UN MATRIMONIO

Se siete tra quelli che hanno spento la televisione quando parlavano del Royal Wedding, il matrimonio di William e Kate, questo post non farà che aumentare il vostro risentimento. Ma come non parlare di matrimonio quando tutti i media sembravano interessati solo all'abito della sposa, agli invitati, e ai cappelli delle signore presenti? Così, per restare in tema, ma con meno fiabesca illusione, la domanda di oggi è: chi deve spendere per cosa?

" Per i fidanzati, ma soprattutto per le rispettive famiglie, nascono infiniti problemi da risolvere, tutti di ordine pratico, che se non vengono affrontati con spirito di educazione e tatto rischiano di compromettere i futuri rapporti tra le due famiglie. Quali spese toccano allo sposo (o meglio alla sua famiglia) e quali alla sposa? Ci sono delle consuetudini abbastanza precise in merito.

LA FAMIGLIA DI LEI
- il corredo della casa
- il mobilio della camera da letto (solo in certe regioni)
- il corredo personale della sposa, abito nuziale compreso
- la partecipazioni e gli inviti
- le bomboniere
- la decorazione della chiesa
- le spese inerenti alla cerimonia (messa, musica, mance...)
- il ricevimento al completo (!)

LA FAMIGLIA DI LUI
- arredamento della casa, anche se spesso le due famiglie dividono equamente la spesa
- gli anelli nuziali (io sapevo che erano regalati dai testimoni..mah!)
- il mazzo di fiori bianchi che terrà in mano la sposa (eh, crepi l'avarizia!)
- gli eventuali fiori per gli occhielli dei testimoni
- l'automobile sulla quale gli sposi saliranno all'uscita della chiesa
- le spese per il viaggio di nozze

E' normale, se la famiglia del fidanzato è in condizioni economiche nettamente più brillanti di quella della fidanzata, che le spese siano (escluse quelle del corredo della fidanzata) siano tutte a suo carico. Queste regole (...) a volte cambiano da una regione all'altra, o addirittura da una città all'altra!"

Fonte: Enciclopedia della Donna, vol. IV, pag, 818