mercoledì 30 marzo 2011

VIAGGIARE IN TRENO

Ebbene sì, la nostra mondana signora si permette il lusso, ogni tanto, di prendere un treno e di fare un viaggetto. Non credete, tuttavia, che sia un'impresa facile: sprovveduta e ingenua, la donna dev'essere seguita passo passo in questa titanica impresa. Come fa notare l'Enciclopedia "la donna che viaggia ha necessità di conoscere e mettere in pratica molte norme, regole, istruzioni, che vanno dal tipo tipo di abbigliamento alla difficile (?) tecnica della mancia." Meno male che qualcuno ci ha pensato...

"L'ABITO E GLI ACCESSORI: l'abito da viaggio più consigliabile è il tailleur, che dà la possibilità di cambiare camicette, in modo da avere sempre l'aspetto fresco e pulito. E' consigliabile portare un cappello semplice, adatto al vestito, a giacca e guanti; le scarpe avranno un tacco non molto alto. La signora porterà poi, oltre alla borsetta, una comoda borsa da viaggio che serve a contenere tutte le infinite cose di cui può aver bisogno e che è bene avere a portata di mano.

Non dimenticate una boccetta di acqua di Colonia, e una di quelle scatolette che contengono uno speciale tipo di carta detergente  che serve a pulirsi le mani e anche a rinfrescarsi il viso prima di ritoccare il trucco (...in due parole, le salviettine?)"

Ma qui arriva il bello: "Nella borsa da viaggio possono anche essere utili una bottiglietta di cognac, qualche pacchetto di zollette di zucchero e un apribottiglie".

Mary Poppins incarna la perfetta donna in viaggio: la sua borsa è capiente all'infinito, riesce persino a viaggiare con i tacchi. Per non parlare del bere: chi riesce a dire supercalifragilistichespiralidoso al contrario non può essere sobria. Unico dettaglio mancante: dopo numerosi ritardi riscontrati sulla linea ferroviaria, ha optato per il volo tramite ombrello. Più veloce, anche se bisogna far attenzione agli spifferi.

domenica 27 marzo 2011


Seconda parte sullo spinoso problema tacchi. L'Enciclopedia si premura di elencare tutti i tipi di tacchi che una donna può permettersi di indossare (da notare che la categoria suorina e sfiga è ben rappresentata: il che vuol dire che se non siete alte almeno 1,80 rischiate di sembrare un tacchino farcito con il polpaccio di Ronaldo).

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" Non si portano mai tacchi Parigi, tacchi Luigi XIV e tacchi a spillo di primo mattino. Non si portano mai tacchi rellay, all'inglese, a turacciolo o a bottiglia nelle tarde ore del pomeriggio o in quelle serali, in visite importanti o trattenimenti mondani. "

Fonte: Enciclopedia della Donna, ed. Fabbri, Milano, 1963




Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate. La donna ha capito che i tacchi, benchè facciano indubbiamente sentire belle e desiderabili, creano uno scompenso nella postura, con danni alle articolazioni e persino alla cervicale. Qui di seguito due esempi di lungimiranza femminile: una scarpa elegante e comoda allo stesso tempo e l'amorevole cura di una madre (nella fattispecie Katie Holmes) che educa la figlia nella difficile arte del  tacco assassino fin dalla più tenera età.



venerdì 25 marzo 2011

I TACCHI - parte I

Piccola parentesi modaiola, per le appassionate del genere.
Considerato da sempre il non plus ultra dell'eleganza al femminile, i tacchi hanno da sempre suscitato interessanti interrogativi: a cosa servono, esattamente? la loro funzione è estetica o punitiva? Personalmente ho elaborato alcune interpretazioni personali:
1) Sono uno strumento diabolico per indurre la donna alle imprecazioni più impensabili;
2) Sono,al contrario, una forma sottile di distacco zen, la cui funzione è di far esercitare la donna nel difficile esercizio della sofferenza silenziosa
3) Fanno parte del Grande Complotto Maschile: se siamo così sceme da continuare ad associare i tacchi alla bellezza, allora loro avranno il coltello dalla parte del manico.

Ad ogni modo, l'Enciclopedia della Donna si premura di dedicare un intero capitolo all'ardua, complicatissima impresa della "scelta del tacco": si sa, le signore per bene hanno occupazioni di alto livello intellettuale.

"Le calzature femminili con tacchi sono piuttosto recenti. Le prime apparvero infatti nel secolo XVII (beh, allora proprio recenti non direi...). Di modifica in modifica si è giunti oggi a una grandissima varietà di modelli di tacchi, ciascuno dei quali si adatta solo a un ben determinato genere di calzature.

Spesso un'andatura armoniosa ed elegante dipende quasi esclusivamente dal tipo di tacco che si porta. Quindi, se si vuole essere eleganti, la scelta di un modello di tacco non deve essere fatta a caso. Per essere sicuri di non sbagliare, la scelta deve essere sempre condizionata da questi tre elementi:
- dall'età
-dalla propria struttura fisica
- dal tipo di abbigliamento al quale si deve accompagnare. "  Continua....

(fonte: Enciclopedia della Donna, ed. Fabbri, Milano, 1962, pag. 18)





La mamma di Lady Gaga non le ha mai fatto leggere l'Enciclopedia...

martedì 22 marzo 2011

IL BACIO E LA LEGGE - parte 2

Continua il delirio giuridico....e, ve lo giuro, sarei curiosa di sapere se qualcuna/o è mai stato condannato!

"Attenzione: anche la propria casa diventa un luogo esposto al pubblico, se...si lasciano le finestre aperte. (quindi la colpa è vostra, non del guardone del palazzo di fronte!)
E il bacio scambiato in un'automobile privata, chiusa e in sosta? Non c'è dubbio che l'auto si deve considerare luogo privato, ma esposto al pubblico.
Talvolta, la Magistratura ha deciso che non esiste reato se, per le circostanze di tempo e di luogo, non esiste la possibilità concreta di vedere dall'esterno ciò che accade nell'interno dell'auto: ad esempio, un'auto chiusa in sosta di sera in un luogo appartato e con i vetri appannati per le cattive condizioni di tempo. (Ragazze, siete avvisate: o lo scenario da brivido, o niente! Tra l'altro, tutto ciò è di una tale ipocrisia...)



Come si vede, quindi, la condanna o l'assoluzione dipendono molto spesso dall'interpretazione che il giudice dà a ciò che dice la Legge. In conclusione, per non correre brutti rischi niente baci nell'auto in sosta; e tanto meno nell'auto lanciata a cento chilometri all'ora" ( Ma và? Ricordate "amò, lo famo strano" di Verdone? Voilà..) "

(Fonte: Enciclopedia della Donna, Fabbri ed., Milano, 1963, vol.I - i commenti tra parentesi, ovviamente, sono miei)


E per dimostrarvi che davvero ci fu, ahimè, tale legge baciofobica:


Art. 527 del Codice Penale
Cassazione 24-3-59, Pintus, in Rep. Gen. Foro It. 1959, c.195, n 7/8
Trib. Rovereto, 9-10-59, Righetti in Rep. Gen. Foro It. 1960, c.204, 19/20
Trib Napoli, 17-3-60, Brancato, in Rep. Giust. Civ. 1960, pag. 181, n. 21
Trib Roma, 5-3-60, De Simone, in Rep. Giust. Civ. 1960, pag. 181, n. 22


domenica 20 marzo 2011

IL BACIO E LA LEGGE - parte 1

I media ci hanno abituato, ormai, a ben altri spettacoli, sdoganando una certa libertà di costumi...Io ricordo ancora la mia catechista sgridare una ragazza dell'oratorio perchè l'aveva vista baciare in pubblico il suo fidanzatino! Altri tempi,eh.
Eppure, avevate mai pensato che un bacio potesse essere perseguibile per legge?



" Gli innamorati, nonostante il parere degli interessati e quello di qualche autore di canzoni in voga, non vivono su una candida nuvoletta tutta appartata, al riparo dagli sguardi indiscreti, ma si trovano sempre sulla solida, vecchia terra, in stretto contatto con gli altri.
Quando è lecito il bacio dato in pubblico? E quando il  bacio deve essere considerato come dato in pubblico? (...)
In linea di massima i rigori della legge si sono concentrati su un particolare tipo di bacio scambiato in pubblico. E'innegabile, difatti, che il bacio può essere la manifestazione, per nulla riprovevole, di affetto, amicizia o di reverenza.
Se invece diventa espressione di passionalità, il bacio ovviamente non è più lecito.
S'intende che bisogna valutare anche le circostanze concrete nelle quali avviene il fatto: (...) Il Codice Penale parla di luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico; è ovvio perciò che certe effusioni sono proibite per la strada, in tram, nei giardini pubblici e naturalmente nei cinema e nei teatri.


Continua...

(Fonte: Enciclopedia della Donna, Fabbri ed., Milano, 1963, vol.I)




Per la serie...alzi la mano chi in questo momento non rischierebbe un processo!


venerdì 18 marzo 2011

Due mesi fa, assolutamente per caso, in un mercatino delle pulci, scoprivo L'Enciclopedia della Donna
Venti volumi che alternano consigli su come scegliere un buon aspirapolvere (o un buon marito, che a quanto pare è lo stesso) a deliziosi riassunti dei Fratelli Karamazov, per non parlare di quelle fastidiose zampe di gallina ...


La data? 1963, esattamente quattro anni prima che Mrs Robinson facesse il suo ingresso nelle sale cinematograiche di tutto il mondo e mettesse la parola Fine al perbenismo borghese da bonne société
Da quel giorno, quasi vent'anni sono passati - Mrs Robinson avrà appeso le autoreggenti al chiodo e indossato un paio di pantofole. 
Eppure,oggi, la donna vive un momento altrettanto fondamentale di quello vissuto dalle attiviste americane o dalla casalinga di Voghera all'alba del '68. 
Cosa è cambiato? In cosa noi, figlie e nipoti, siamo diverse? Cosa possiamo imparare?

"Due mamme e due figlie vanno al ristorante. C'è posto solo per tre eppure riescono a sedersi tutte quante."
Questo perchè prima di essere nonne, saremo madri e figlie. Ed è importante non perdere la voce delle nonne, anche solo per sorriderne con affetto.
Non credete?


ps. Un grazie a Mad per avermi fatto scoprire l'Enciclopedia...