lunedì 22 agosto 2011

GALATEO IN ALBERGO

Finita la pausa estiva, mi accorgo ora di non aver postato nessun consiglio per quelle giovani signore che -ahimé- avranno viaggiato da complete sprovvedute. Per chi fosse ancora in vacanza, ho trovato comunque un bell'articolo che unisce, con la raffinatezza di cui solo la mitica Enciclopedia è capace, un corso di lingua e utili raccomandazioni. Partiamo dagli alberghi di lusso:

"In questi alberghi c'è sempre, al piano terra, la reception (pron. resespsiòn), o "luogo di ricevimento, di accettazione"; il personale della reception è composto in genere da un incaricato (che chiamerete portiere - ma dai!) e da uno o più aiutanti. (...). Il bureau (pron. burò) è l'ufficio che si occupa della contabilità, del controllo dei documenti ecc..In molti alberghi, bureau e reception sono riuniti in un solo ufficio."

E ancora, sempre per farvi migliorare le lingue:

"Al direttore ci si rivolge con il titolo di "direttore" (ma pensa...); se si è clienti abituali lo si chiama "signor...". Al maitre (pron. metr) che si occupa invece del ristorante, ci si rivolge col titolo di "maitre" - non fa una grinza, direi...e ribadisco che chi scriveva questi articoli era privo del senso della dignità. Ma non è finita:

Durante il soggiorno - Non si deve considerare l'albergo come fosse casa propria. Non si parla ne' si ride a voce alta nei corridoi. Non si passeggia in sottoveste o pigiama. La sera bisogna ricordarsi di mettere le scarpe fuori dalla porta, perché vengano pulite dal personale...(Quesito: quante probabilità ha la persona di ritrovare le scarpe suddette, compiendo il medesimo gesto nel 2011?). Non si lasciano sparpagliati in giro indumenti intimi, non si spargono cartacce e cenere sul pavimento, non si rientra con le scarpe infangate (...).

Nelle sale comuni: Non si monopolizzano le riviste, i mazzi di carte, i biliardini, i ping-pong, i juke-box ( pron. giubòx). Non si lasciano scorrazzare i propri figli sui piedi altrui (?), né si permette loro di fare giochi troppo rumorosi.

Al ristorante: (ps: prima di andarci ricordatevi come si pronuncia maitre). Entrando e uscendo dalla sala è gentile salutare con un cenno della testa o un sorriso i nostri vicini di tavola. Negli alberghi di lusso e di prima categoria, per il pranzo della sera è richiesta una toilette elegante (...). Una signora sola, se non ha piacere di scendere nella sala comune, può farsi servire il pranzo in camera (oppure rischia di sembrare una poco di buono!).

Vi evito i particolari concernenti i rapporti con il personale, le mance, la partenza dall'albergo ecc...sono quasi certa, ora che sapete le lingue, che saprete cavarvela da sole. In caso contrario, potete consultare l'Enciclopedia al quinto volume, pag. 911, oppure chiedermi...il servizio è attivo solo per persone al di sopra dei settant'anni il cui unico viaggio sia stato a Cinisello Balsamo. Buone vacanze!

ps: il costume degli italiani dev'essere notevolmente cambiato se l'Enciclopedia non ne fa cenno, ma ritengo di poterla aggiornare con un ultimo consiglio: italiani, se potete non rastrellate l'hotel alla ricerca di campioncini, fingendo di aver dimenticato tutto a casa per arraffare bottigliette di shampoo (pron. sciampo), lucidascarpe e kit del cucito! Ci riconoscono subito!

mercoledì 3 agosto 2011

TRENI E DIVIETI...UN LUNGO VIAGGIO NELLA FORMALITA' - parte I -

Tempo di vacanze, n'est pas? Abbiamo già visto cosa deve fare la Donna Perfetta per prepararsi ad un viaggio in treno...ora che siamo già partite, con il nostro bel biglietto obliterato e una fiaschetta di rhum nella borsetta, vediamo come prosegue il nostro viaggio nella formalità.



" Il treno è partito. La signora che si è preventivamente provvista di tutto quanto le serve, non ha ora alcun bisogno di disturbare i suoi compagni di viaggio. Infatti non è per nulla elegante che una signora debba chiedere in prestito a occasionali compagni di viaggio i giornali o l'orario, né che accetti caramelle, bibite o sigarette. "

Mai accettare caramelle dagli sconosciuti, dicevano...

" Se queste le verranno offerte, la signora rifiuterà; non certo con tono duro o sdegnato, ma con un gentile sorriso di diniego e un: Grazie, ho le mie o Grazie, non fumo, o semplicemente No, grazie che scoraggeranno ulteriori tentativi. Se qualcuno le usa una gentilezza, come abbassare o alzare un finestrino , chiudere o aprirle la porta, la signora ringrazierà sempre cordialmente. Un grazie non ha mai compromesso nessuno. "

Per la serie quella-che-rimase-incinta-per-aver-detto-grazie....

"I compagni di viaggio, d'altra parte, non eccederanno in cortesie non richieste, che alla lunga diventerebbero indiscrezione e invadenza. Ognuno, in treno, ha il diritto di essere lasciato in pace; se desidera non attaccar discorso,o se vuol leggere un libro, deve poterlo fare. Ai compagni di viaggio non ci si presenta. Se il viaggio è molto lungo, comunque, qualche parola, qualche breve conversazione è ammessa: ma che siano conversazioni brevi, generiche, impersonali e assolutamente non confidenziali."

Quindi: il tempo, la crisi che avanza, non ci sono più i giovani di una volta e i problemini di Fido.

"Inutile dire che una signora o una signorina rifiuta sempre, con cortesia ma assoluta fermezza, i tentativi di approccio da parte di compagni di viaggio troppo intraprendenti."

Ma questo era ovvio, vero??

lunedì 18 luglio 2011

LA DONNA AL VOLANTE

La donna in genere guida malissimo. Così male che l'assicurazione la fa pagare di meno...Guida per portare i figli a scuola, per andare al lavoro, in vacanza, a fare la spesa. Insomma, guida come e spesso più di un uomo. Eppure, certi pregiudizi sono duri a morire...ecco come l'Enciclopedia della Donna spiega le cause psicologiche che rendono l'uomo e la donna diversi al volante:

" (La donna) guida in condizioni psicologiche di inferiorità rispetto agli uomini, perché ha addosso gli occhi malevoli di tutti, pronti a prendere un'espressione di soddisfatto compatimento, nella quale è facilissimo leggere il fatidico invito a dedicarsi alla produzione domestica delle calze (!).
Ma la differenza fondamentale nella guida dell'uomo e della donna sta nel loro diverso atteggiamento psicologico nei riguardi dell'automobile. Per l'uomo, l'automobile è in se stessa assai importante. Essa è l'erede, il ricordo del cavallo: quando egli guida, si sente in arcione a un bianco destriero, chiuso in un'armatura scintillante. mentre sbaraglia tutti i suoi rivali in un affascinante torneo. E il destriero, egli lo conosce a fondo, lo ama, forma con esso quasi un unico corpo: soltanto in tal modo lo può domare, e così vincere, insieme, tutti gli altri cavalieri."

Per fortuna la donna regge meglio alla modernità senza bisogno di surrogati equini...ho l'impressione che l'autore dell'articolo (ovviamente un uomo) abbia qualche frustrazione di troppo, e di sicuro qualche problema con l'alcool (definire il traffico di Torino un affascinante torneo..mah!). Comunque:

"Questo amore ricambiato per la sua macchina, questa gara, queste vittorie, ripagano l'uomo di tutte le delusioni della vita quotidiana, delle angherie subite dal capoufficio o...dalla moglie.
Per la donna, invece, l'automobile è solo un mezzo per spostarsi da un luogo all'altro (vogliamo fargliene una colpa??). Al massimo è un salotto dove conversare con le amiche! Non è mai un fine o una fonte di soddisfazioni. L'automobile, questo strano "coso" che si muove a spostare certe leve e schiacciare certi pedali, interessa la donna soltanto per quanto può esserle utile e non la entusiasma per niente. Ci sono, è vero, le amazzoni: ma quelle sono eccezioni."

Eccezioni che dovrebbero essere la regola, aggiungerei. Giusto per puntualizzare, non ho mai sentito nessuna donna chiamare "coso" un'automobile, e anche se non passano ore a discutere sul funzionamento del motore questo non le rende meno intelligenti..e fate guidare un uomo con un tacco 12, poi ne riparliamo..

domenica 10 luglio 2011

Facciamo la spesa!

Arriviamo, dopo molti post, al fulcro della vita femminile, al compimento della sua esistenza, al non-potrei-proprio-farne-a-meno. Ebbene sì, sto parlando della Spesa, attività cardine della massaia perfetta. 
Scopriamone insieme i segreti...

"Innanzi tutto, è consigliabile fare gli acquisti giorno per giorno? Senza dubbio no. Poiché occorre più di un'ora per volta, considerando anche il tempo che si perde per cambiarsi quando si esce e quando si rientra, possiamo calcolare che una donna dedica ogni anno almeno quattrocento ore all'acquisto dei generi alimentari della famiglia. Se invece riuscirà ad organizzarsi in modo da uscire per la spesa solo un paio di volte alla settimana, pur concedendole ogni volta un'ora e mezzo o due per poter fare provviste più abbondanti, il tempo dedicato a questa incombenza verrà dimezzato.
Abbiamo visto che il lunedì è il giorno di minor affollamento nei negozi, perciò ci conviene uscire per la spesa all'inizio di ogni settimana. Il primo lunedì di ogni mese potrà essere dedicato alle grosse provviste di generi che non si deteriorano. Per tutti gli alimenti che non possono essere conservati a lungo come frutta, verdure, salumi, formaggi molli, uova e carne sarà necessario un frigorifero e naturalmente ci si limiterà a comperare l'occorrente per tre o quattro giorni al massimo."



PROSPETTO DI SPESA MENSILE
Una volta al mese si acquisteranno vino, olio, zucchero, sapone, scatolame, aceto, sale, pasta, riso, farina. Ricordiamoci che gli acquisti all'ingrosso fanno risparmiare.

PROSPETTO DI SPESA SETTIMANALE
Lunedì:
caffè , burro e lardo, formaggi duri per tutta la settimana
verdura e frutta, carne, uova, formaggi molli per tre giorni, 
salumi per il giorno stesso

Giovedì:
pesce per il venerdi (ah, residui di cattolicesimo!)
pollame o carne per la domenica
frutta e verdura e uova per quattro giorni
salumi  per il giorno stesso
formaggi molli per uno-due giorni

sabato 2 luglio 2011

Ebbene signore, i saldi sono iniziati. Stamattina ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare: donne urlanti per un tanga di Tezenis scontato al 50%. Code per i camerini che nemmeno la Salerno-Reggio Calabria il 15 di agosto. Code per pagare altrettanto chilometriche (e le Poste, finalmente, saranno state deserte). Quindi, l'avrete capito, oggi parliamo di moda! Ma non moda qualunque...insomma, la Donna Perfetta non lascia niente al caso, per cui sono lieta di presentarvi un utilissimo capitolo sulle cinture!! Cioè, "sembra inutile, ma non lo è!". Mai sottovalutare il potere di questo piccolo accessorio malefico...Vi siete mai chieste, per esempio, come fare a scegliere una cintura?

in base al momento della giornata!
- per il mattino: sono adatti il vitello classico, il vitello opaco, il cuoio, la rafia, il cinghiale, la iuta
- per il pomeriggio: la vernice, il vitello scamosciato, la gazzella, la pelle glacée (?), la nappa, il canneté (???)
- per la sera: il raso, il lamé, il velluto, e tutti quei tessuti ricamati con paillettes, pietre dure, argento e oro (zoccolame, avanti!)

in base all'accordo con il vestito!
- sull'abito blu: cintura bordeaux, giallo spento o in un tessuto stampato a minuscoli pois, a righe sottili, a disegni cravatta nei colori di questo tipo di tessuto.
- sull'abito grigio: cinture di tutti i colori, anche fantasia, purché non in contrasto con lo stile severo del vestito (altrimenti lui la sgrida...)
- sull'abito rosso: cintura nera, marrone, caffè, blu o verde scurissimo;
-sull'abito verde: cintura di vitello marrone, di vernice nera, di color cuoio;
- sull'abito fantasia: cintura dello stesso tessuto dell'abito o nella tinta predominante della fantasia.

" E ricordate che di solito la cintura non sta bene "isolata" ma preferisce accordarsi nel colore e nel materiale con qualche latro accessorio dell'abbigliamento. Se la sua tinta è classica (bordeaux, nero, blu, marrone) l'aggancio è facile: l'accompagneremo alla borsetta e alle scarpe in tinta."

Ora, lo so che sembra comune buon senso...ma in realtà per qualcuno la lettura di questo capitolo potrebbe addirittura migliorare ulteriormente la qualità della vita!


venerdì 17 giugno 2011

LE SCATENATE RAGAZZE DEGLI ANNI '60

" E' necessario per una ragazza saper ballare? naturalmente no. Ci sono ragazze che non hanno mai potuto muovere un passo a tempo di musica, senza pestare i piedi altrui, e hanno trovato marito lo stesso".

Ma certo...pensavate forse che ballare potesse essere considerato un innocente passatempo? Assolutamente NO: ogni minuto dell'esistenza della Giovane Donna DEVE essere utilizzato in vista dell' Obbiettivo Supremo, ciò che dà senso e fine alla discesa in terra della donna, privata del quale la sua vita non avrebbe alcuno scopo...mi riferisco ovviamente a Lui, il Marito, oggetto di ricerca e desiderio, catalizzatore di ansie e supremo oggetto di discussione. Ma andiamo avanti...

" I maestri di ballo più indicati per una ragazza molto giovane sono i fratelli ( i padri, se ne hanno voglia), i cugini, gli amici di casa e ancor più le amiche. Se invece una ragazza desidera prendere vere e proprie lezioni di ballo da specialisti, può recarsi in una scuola di ballo (dopo che i suoi genitori ne avranno preso informazioni): ma non ci andrà mai sola, bensì sempre accompagnata dalla madre, dalla zia, da una persona adulta e fidata. Comunque, se una ragazza si reca ad una festicciola senza aver ancora imparato a ballare, non si fingerà spavaldamente esperta, con grande pericolo del cavaliere e degli stinchi dei circostanti: semplicemente, confesserà la propria inesperienza, con un sorriso, a chi la invita a ballare: si farà così perdonare in anticipo gli errori di tecnica, i pestoni, gli inciampi, la schiena di legno, il peso di piombo, le mani tremanti e forse sudate per l'emozione".


Praticamente, o siete une étoile della Scala, o assomigliate ad una specie di mostro claudicante e indelicato, che improvvisamente pesa 50 kg in più e deve essere compatito dal ballerino provetto di turno, del genere Richard Gere in "Shall we dance". Ti prego...Non so ballare, e allora? Non posso muovermi a caso, come quando faccio step fregandomene di dove vanno tutte le altre, con le loro tutine dai colori abbinati? E perchè mai mia madre o mia zia dovrebbero accompagnarmi a lezione di ballo? Io non le accompagno di certo a bridge, e che cavolo. Tra l'altro, a me ballare non piace poi così tanto...

lunedì 6 giugno 2011

CARRIERE FEMMINILI: LA SEGRETARIA DI REDAZIONE

Capo di stato. Presidente del fondo monetario europeo. Ambasciatore. Tutti lavori che, in quanto donna, erano assultamente impossibili da pensare senza metterci prima un "moglie di...", se andava bene.
La donna degli anni '60 associava la parola "carriera" al marito, ovviamente, e ai figli (maschi). Impossibile pensare ad un futuro lavorativo soddisfacente, gratificante, persino interessante...e in questo, l'Enciclopedia dimostra scarsa fantasia. Uno dei mestieri "consigliati", se proprio la signora si ostinava a lavorare, era -per esempio - la segretaria di redazione.

"I vantaggi di questa professione sono innanzitutto morali: sentirsi al centro della complessa vita di redazione; partecipare, attraverso il proprio lavoro, ai problemi del nostro tempo e alla vita della società che ci circonda; godere di un certo prestigio professionale; essere a contatto con ambienti e persone interessanti "

Tutto carino, per carità...ma allora perchè solo segretaria e non giornalista, pubblicista, capo reddattore?!
E tra gli svantaggi, ovviamente elenchiamo:

"Gli orari di lavoro, specie se il giornale è quotidiano, sono in genere assai gravosi. La necessità di mostrarsi sempre efficienti, preparate, gentili, mette a dura prova il sistema nervoso - ma vaaaa...si allenano benissimo a casa!-. Se pensate di poter accettare insieme al lato affascinante di questa professione anche gli svantaggi che essa comporta, non c'è dubbio che si addice alla vosta indole.

Non può fare la segretaria di redazione chi:
- è timida
- ama un lavoro tranquillo
- si inalbera facilmente
- non ha senso organizzativo
- non sa mantenere i segreti (lavora per un giornale del Pentagono, forse?)
- ha modi altezzosi.

Profilo professionale complicato, dunque...e per farvi un'idea direi di digitare su Google immagini la parola "segretaria": poi ne riparliamo.

sabato 28 maggio 2011

IL PASSAPORTO E ALTRE SCEMENZE

Scorrevo le pagine dell'Enciclopedia per vedere cosa pescare per un nuovo post, e mi sono imbattuta in un articolo talmente assurdo che ho dovuto rileggerlo più volte per assicurarmi di aver ben compreso...poi mi sono seduta al pc e ho mentalmente ringraziato dio di avermi dato sufficiente ironia.

"Giacché parliamo di passaporti e carte d'identità, sarà bene accennare a un certo "vezzo" tipicamente femminile, che è quello di ringiovanirsi un po' ritoccando la data di nascita, crudelmente spiattellata su quei documenti, alla portata di ogni occhio indiscreto. Ebbene, questo vezzo può costare caro (per l'esattezza da quattro mesi e due anni di reclusione) perchè alterare la data di nascita sui documenti di identità significa commettere "reato di falsità materiale in certificato": e scusate se è poco! Certo, di tanto in tanto, si sente ( - ma dove??) parlare di onestissime signore e signorine chiamate in giudizio per non aver saputo resistere alla tentazione di darsi qualche anno di meno; e si sente anche dire di pretori che si arrabattano - e poi dicono che oggi non esiste più cavalleria! - per assolvere quelle imputate ricorrendo magari alla formula della mancanza di dolo. (...) Tutt'al più, si potrà dire, come talvolta ha affermato la cassazione, che non c'è reato se il ritocco è talmente grossolano da lasciar riconoscere a prima vista sia l'alterazione che la vera data di nascita. Ma questa, per una donna, sarebbe forse un'assoluzione più cocente di una condanna..."

Quindi, secondo l'Enciclopedia, le donne sarebbero così sceme da rischiare la galera per dimostrare uno o due anni in meno? Ma poi,perchè?? Comunque, la lotta contro il tempo persiste, in forme diverse, anche nel 2011: andate a farvi un giro per le vie del centro e vedrete conretizzarsi la famosa frase: "dietro liceo, davanti museo"!

Madonna
anni reali: 53
anni sperati: 20
risultato: La Mummia




Berlusconi
anni reali: 340
anni sperati: 35
risultato: se togli le mollette si sfalda

venerdì 20 maggio 2011

COME SI TELEFONA?

Milano, ora di punta, sull'autobus. Un cellulare squilla. Due, tre. In pochi minuti potete sentire tutta la cronostoria del divorzio della figlia della vicina della signora di fianco, i dettagli sull'influenza del tizio davanti, e sapete che alle 17 Luca e Giulia si trovano da Zurli a bere un caffè. Meraviglioso.
"Come usare il telefono", quindi, non è una domanda scontata: anche se il cellulare è relativamente recente, l'Enciclopedia della donna sa bene che il sesso debole è quello più tentato dalle lunghe ore di conversazione..e visto che il bon ton le consiglia anche di non lavorare, e che la bolletta la paga il marito, il capitolo su come usare il telefono diventa un capitolo di salvaguardia del matrimonio.
Vediamo:

"Anzitutto, bisogna abituarsi a considerare il telefono sempre come un mezzo e mai come un fine. La signora che costringe l'amica ad ascoltare il resoconto particolareggiato del film visto la sera prima o si diffonde in dettagli sulla donna di servizio o sulle bizzarrie della sarta, usa il telefono come un fine: le telefonate saranno per lei un passatempo quotidiano. Al contrario, considera il telefono come mezzo chi se ne serve per semplificare e organizzare la propra vita pratica: ad esempio, per fissare un appuntamento, per fare ordinazioni ai fornitori, per chiedere informazioni ecc...naturalmente il telefono è anche un mezzo insostituibile per facilitare i rapporti col prossimo. Ce ne serviremo per un rapido saluto alle persone care, per fare gli auguri agli amici e parenti..."

Per quanto riguarda i saluti - ve lo cito per amor documentario - l'Enciclopedia vi ricorda di non usare in nessun caso la formula "a risentirci"...al massimo potete dire "ci risentiamo".
Ultima chicca: "Se la cameriera ci informa che la signora è a tavola, raccomandiamo di non disturbarla, lasciando detto il nostro nome, oppre richiamando più tardi".

Se conoscete qualcuno che lavora in un call center, passate il post...oppure cercatemi una cameriera.

mercoledì 4 maggio 2011

SPESE DA UN MATRIMONIO

Se siete tra quelli che hanno spento la televisione quando parlavano del Royal Wedding, il matrimonio di William e Kate, questo post non farà che aumentare il vostro risentimento. Ma come non parlare di matrimonio quando tutti i media sembravano interessati solo all'abito della sposa, agli invitati, e ai cappelli delle signore presenti? Così, per restare in tema, ma con meno fiabesca illusione, la domanda di oggi è: chi deve spendere per cosa?

" Per i fidanzati, ma soprattutto per le rispettive famiglie, nascono infiniti problemi da risolvere, tutti di ordine pratico, che se non vengono affrontati con spirito di educazione e tatto rischiano di compromettere i futuri rapporti tra le due famiglie. Quali spese toccano allo sposo (o meglio alla sua famiglia) e quali alla sposa? Ci sono delle consuetudini abbastanza precise in merito.

LA FAMIGLIA DI LEI
- il corredo della casa
- il mobilio della camera da letto (solo in certe regioni)
- il corredo personale della sposa, abito nuziale compreso
- la partecipazioni e gli inviti
- le bomboniere
- la decorazione della chiesa
- le spese inerenti alla cerimonia (messa, musica, mance...)
- il ricevimento al completo (!)

LA FAMIGLIA DI LUI
- arredamento della casa, anche se spesso le due famiglie dividono equamente la spesa
- gli anelli nuziali (io sapevo che erano regalati dai testimoni..mah!)
- il mazzo di fiori bianchi che terrà in mano la sposa (eh, crepi l'avarizia!)
- gli eventuali fiori per gli occhielli dei testimoni
- l'automobile sulla quale gli sposi saliranno all'uscita della chiesa
- le spese per il viaggio di nozze

E' normale, se la famiglia del fidanzato è in condizioni economiche nettamente più brillanti di quella della fidanzata, che le spese siano (escluse quelle del corredo della fidanzata) siano tutte a suo carico. Queste regole (...) a volte cambiano da una regione all'altra, o addirittura da una città all'altra!"

Fonte: Enciclopedia della Donna, vol. IV, pag, 818

lunedì 25 aprile 2011

LEGGERE LA CORRISPONDENZA ALTRUI

Probabilmente oggi, tra sms e mail, questo problema è ancora più sentito...fidanzate gelose che sorvegliano il cellulare di lui, madri ansiose che cercano su Facebook le fidanzatine e gli amici dei figli...insomma, il Piccolo Portinaio che dorme in ognuno di noi non è mai abbastanza informato. Nei favolosi anni '60, tuttavia, era forse anche peggio, perché un criceto aveva probabilmente più diritto alla privacy di una donna...vediamo un po' cosa dice l'Enciclopedia in proposito.

"Chi prende cognizione del contenuto della corrispondenza chiusa diretta ad altri può rischiare anche un annetto di reclusione. Uguale rischio per chi sottrae, distrae, distrugge o sopprime l’altrui corrispondenza.
(...) Quindi si commette reato anche se non si apre la corrispondenza materialmente ma si viene a conoscenza del contenuto leggendo contro luce, oppure se si apre la busta senza leggere (ad esempio per accertarsi che vi sia un assegno).
 Ancora più delicato appare il problema se il marito possa controllare la corrispondenza della moglie.
Che dire? Il reato c’è senza’altro. Eppure, un marito che viola la corrispondenza della moglie sarà difficilmente condannato. Difatti, non bisogna dimenticare che  per la legge il marito ha un certo potere legale (la potestà maritale ) sulla  moglie.
Non deve fare dunque meraviglia se una sentenza vecchiotta ma sempre attuale, ha affermato che il marito ha diritto di esaminare la corrispondenza della moglie, quando abbia ragionevole dubbio sulla sua fedeltà. Un’altra sentenza più recente afferma però che non commette reato il marito che sottrae la corrispondenza alla moglie, purchè questa sia stata da lei già aperta e letta. Ma se le lettere non fossero già aperte? Sono limiti ben difficili da stabilire. State a vedere che per ricevere in santa pace la propria corrispondenza una donna- diventata che sia maggiorenne,  deve…restar zitella!"

La soluzione è evidentemente ironica, eppure una donna leggendo queste pagine non poteva non sentirsi frustrata, violata a priori sul suo diritto a tenere per sé una parte della propria vita...e io, nel 2011, rifletto sulla potestà maritale e ringrazio ancora una volta le suffragette...

mercoledì 13 aprile 2011

COME SI SERVE IL CAFFE'

" A chi viene a farci visita, sia pure per un breve saluto, nel primo pomeriggio o subito dopo cena, è buon uso offrire il caffè. Bisogna però essere certe di fare un buon caffè: le deprimenti brodaglie che certe signore propinano algi ospiti sono una vera tortura per qualsiasi estimatore di caffè. Dunque, se non abbiamo i mezzi o le capacità necessarie per fare un caffè decente è meglio che offriamo qualche altra cosa, un liquore, o magari niente."

Leggendo questo brano mi sono chiesta di quale abilità sovraumana dovesse disporre la donna...insomma, non ci vuole un corso per fare un caffè - anche se forse, i francesi...mah.
Comunque, nel caso vogliate cimentarvi in questa impresa erculea, ecco le istruzioni dell'Encicopedia.

"Disponiamo le tazzine sul vassoio, ognuna col suo cucchiaino, e accanto ad esse la zuccheriera ben piena; quando il caffè è pronto travasiamolo dalla napoletana nella caffettiera del servizio, e da questa versiamo il caffè nelle tazzine sotto gli occhi dei nostri ospiti (eh, non sia mai che mettiate del veleno...). Se siamo in confidenza coi nostri ospiti possiamo versarlo direttamente dalla napoletana. (...) Se si vuole servire il caffè a tavola - alla fine di un pranzo - è bene disporre tazzine, zuccheriera e caffettiera su un carrello che sarà spinto attorno al tavolo alle spalle degl invitati: la tazzina, riempita di volta in volta, viene posta da destra davanti al commensale, e la padrona di casa chiede "quanto zucchero desidera?" e lo versa lei stessa all'ospite."
A prova di imbecille...

venerdì 8 aprile 2011

IL PROBLEMA DEI POSTI A TAVOLA

" Dalla sua soluzione dipende in gran parte la buona riuscita di un pranzo: affrontiamolo insieme."
Ebbene sì, care le mie signore. Credevate di aver a che fare con algoritmi e fisica sperimentale, traduzioni dal sanscrito o formule chimiche...e invece no, il problema più complesso che vi si pone in quanto donne è come assegnare i posti a tavola! Per fortuna, c'è l'Enciclopedia...

"L'importante è saper distribuire gli ospiti in modo psicologicamente giusto, per non urtare possibili suscettibilità, non creare zone morte nella conversazione, evitare incidenti e seccature.
Secondo le regole ufficiali i posti a tavola vanno distribuiti così: il padrone di casa a capo della tavola, la padrona di casa all'altro capo. (...) Le persone di maggior riguardo (per età, per posizione sociale, per....i favori che speriamo di ricavarne) vanno messe rispettivamente alla destra e alla sinistra dei padroni di casa. Gli altri ospiti vanno sistemati alternando, finché è possibile, un uomo e una donna.

Da cui, con mirabile maestria: "Che il vecchio professore abbia vicino qualcuno disposto ad ascoltare, o fingere di ascoltare i suoi dotti discorsi; che la bella oca abbia vicino qualcuno pronto ad accettare con grazia le sue probabili gaffes; che la zitella abbia vicino un maturo signore disposto ad interessarsi di lei."
Io ho provato a immaginare una delle famose cene di Silvio...insomma, qualcuno dovrà pur porsi il problema di come sistemare le persone perbene del nostro presidente!

martedì 5 aprile 2011

IL PERFETTO SPETTATORE- LA CACCIA AL POSTO

Capita, in un eccesso di vita mondana, che l'Angelo del Focolare si rechi al cinema...ovviamente, prima deve aver letto il capitolo seguente, altrimenti corre seri rischi.

"Se si è in gruppo non ci si chiama sbracciandosi da un capo all'altro della fila o del corridoio "Più avanti!" "Corri, che ti tengo il posto!", " Ehi voi, qui ce ne sono due" eccetera. Se il cinema è affollato non si lotta per il posto a sedere, non si getta il cappotto da lontano per fissare il posto (ma ti pare?), non si scavalcano schienali di sedie per piombare giù come falchi sui posti vuoti, verso i quali stanno arrancando per vie normali file di speranzose signore (ma vanno al cinema o a Lourdes?). Piuttosto che mettersi a livello di gente maleducata, litigando, discutendo, facendo gare di corsa, si rinuncia a sedersi. E' gentile, ma non assolutamente obbligatorio, che un uomo lasci il posto a una signora che non conosce.

Una volta che si è seduti si è pregati di mettersi tranquilli e di evitare di disturbare i vicini in qualsiasi modo. Evitare quindi di tossire cavernosamente e di soffiarsi il naso fragorosamente (se si è molto raffreddati, si stia a casa- e la parentesi, per una volta, non è mia) ; evitare di spostare continuamente la testa di qua e di là; evitare di fumare la pipa o il sigaro, o sigarette pestilenziali. Le signore evitino soprattutto di sfoggiare cappelli di dimensioni ragguardevoli o con ornamenti che ondeggino davanti agli occhi di chi si siede dietro.

Sono andata spesso al cinema e a teatro, e confesso che la cosa che mi fa più ridere è proprio quando si spengono le luci e la gente inizia a tossire, come se fosse l'ultima occasione per farlo..darei comunque qualsiasi cosa per vivere questa scena di "Io e Annie", il famoso film di Woody Allen.

mercoledì 30 marzo 2011

VIAGGIARE IN TRENO

Ebbene sì, la nostra mondana signora si permette il lusso, ogni tanto, di prendere un treno e di fare un viaggetto. Non credete, tuttavia, che sia un'impresa facile: sprovveduta e ingenua, la donna dev'essere seguita passo passo in questa titanica impresa. Come fa notare l'Enciclopedia "la donna che viaggia ha necessità di conoscere e mettere in pratica molte norme, regole, istruzioni, che vanno dal tipo tipo di abbigliamento alla difficile (?) tecnica della mancia." Meno male che qualcuno ci ha pensato...

"L'ABITO E GLI ACCESSORI: l'abito da viaggio più consigliabile è il tailleur, che dà la possibilità di cambiare camicette, in modo da avere sempre l'aspetto fresco e pulito. E' consigliabile portare un cappello semplice, adatto al vestito, a giacca e guanti; le scarpe avranno un tacco non molto alto. La signora porterà poi, oltre alla borsetta, una comoda borsa da viaggio che serve a contenere tutte le infinite cose di cui può aver bisogno e che è bene avere a portata di mano.

Non dimenticate una boccetta di acqua di Colonia, e una di quelle scatolette che contengono uno speciale tipo di carta detergente  che serve a pulirsi le mani e anche a rinfrescarsi il viso prima di ritoccare il trucco (...in due parole, le salviettine?)"

Ma qui arriva il bello: "Nella borsa da viaggio possono anche essere utili una bottiglietta di cognac, qualche pacchetto di zollette di zucchero e un apribottiglie".

Mary Poppins incarna la perfetta donna in viaggio: la sua borsa è capiente all'infinito, riesce persino a viaggiare con i tacchi. Per non parlare del bere: chi riesce a dire supercalifragilistichespiralidoso al contrario non può essere sobria. Unico dettaglio mancante: dopo numerosi ritardi riscontrati sulla linea ferroviaria, ha optato per il volo tramite ombrello. Più veloce, anche se bisogna far attenzione agli spifferi.

domenica 27 marzo 2011


Seconda parte sullo spinoso problema tacchi. L'Enciclopedia si premura di elencare tutti i tipi di tacchi che una donna può permettersi di indossare (da notare che la categoria suorina e sfiga è ben rappresentata: il che vuol dire che se non siete alte almeno 1,80 rischiate di sembrare un tacchino farcito con il polpaccio di Ronaldo).

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" Non si portano mai tacchi Parigi, tacchi Luigi XIV e tacchi a spillo di primo mattino. Non si portano mai tacchi rellay, all'inglese, a turacciolo o a bottiglia nelle tarde ore del pomeriggio o in quelle serali, in visite importanti o trattenimenti mondani. "

Fonte: Enciclopedia della Donna, ed. Fabbri, Milano, 1963




Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate. La donna ha capito che i tacchi, benchè facciano indubbiamente sentire belle e desiderabili, creano uno scompenso nella postura, con danni alle articolazioni e persino alla cervicale. Qui di seguito due esempi di lungimiranza femminile: una scarpa elegante e comoda allo stesso tempo e l'amorevole cura di una madre (nella fattispecie Katie Holmes) che educa la figlia nella difficile arte del  tacco assassino fin dalla più tenera età.



venerdì 25 marzo 2011

I TACCHI - parte I

Piccola parentesi modaiola, per le appassionate del genere.
Considerato da sempre il non plus ultra dell'eleganza al femminile, i tacchi hanno da sempre suscitato interessanti interrogativi: a cosa servono, esattamente? la loro funzione è estetica o punitiva? Personalmente ho elaborato alcune interpretazioni personali:
1) Sono uno strumento diabolico per indurre la donna alle imprecazioni più impensabili;
2) Sono,al contrario, una forma sottile di distacco zen, la cui funzione è di far esercitare la donna nel difficile esercizio della sofferenza silenziosa
3) Fanno parte del Grande Complotto Maschile: se siamo così sceme da continuare ad associare i tacchi alla bellezza, allora loro avranno il coltello dalla parte del manico.

Ad ogni modo, l'Enciclopedia della Donna si premura di dedicare un intero capitolo all'ardua, complicatissima impresa della "scelta del tacco": si sa, le signore per bene hanno occupazioni di alto livello intellettuale.

"Le calzature femminili con tacchi sono piuttosto recenti. Le prime apparvero infatti nel secolo XVII (beh, allora proprio recenti non direi...). Di modifica in modifica si è giunti oggi a una grandissima varietà di modelli di tacchi, ciascuno dei quali si adatta solo a un ben determinato genere di calzature.

Spesso un'andatura armoniosa ed elegante dipende quasi esclusivamente dal tipo di tacco che si porta. Quindi, se si vuole essere eleganti, la scelta di un modello di tacco non deve essere fatta a caso. Per essere sicuri di non sbagliare, la scelta deve essere sempre condizionata da questi tre elementi:
- dall'età
-dalla propria struttura fisica
- dal tipo di abbigliamento al quale si deve accompagnare. "  Continua....

(fonte: Enciclopedia della Donna, ed. Fabbri, Milano, 1962, pag. 18)





La mamma di Lady Gaga non le ha mai fatto leggere l'Enciclopedia...

martedì 22 marzo 2011

IL BACIO E LA LEGGE - parte 2

Continua il delirio giuridico....e, ve lo giuro, sarei curiosa di sapere se qualcuna/o è mai stato condannato!

"Attenzione: anche la propria casa diventa un luogo esposto al pubblico, se...si lasciano le finestre aperte. (quindi la colpa è vostra, non del guardone del palazzo di fronte!)
E il bacio scambiato in un'automobile privata, chiusa e in sosta? Non c'è dubbio che l'auto si deve considerare luogo privato, ma esposto al pubblico.
Talvolta, la Magistratura ha deciso che non esiste reato se, per le circostanze di tempo e di luogo, non esiste la possibilità concreta di vedere dall'esterno ciò che accade nell'interno dell'auto: ad esempio, un'auto chiusa in sosta di sera in un luogo appartato e con i vetri appannati per le cattive condizioni di tempo. (Ragazze, siete avvisate: o lo scenario da brivido, o niente! Tra l'altro, tutto ciò è di una tale ipocrisia...)



Come si vede, quindi, la condanna o l'assoluzione dipendono molto spesso dall'interpretazione che il giudice dà a ciò che dice la Legge. In conclusione, per non correre brutti rischi niente baci nell'auto in sosta; e tanto meno nell'auto lanciata a cento chilometri all'ora" ( Ma và? Ricordate "amò, lo famo strano" di Verdone? Voilà..) "

(Fonte: Enciclopedia della Donna, Fabbri ed., Milano, 1963, vol.I - i commenti tra parentesi, ovviamente, sono miei)


E per dimostrarvi che davvero ci fu, ahimè, tale legge baciofobica:


Art. 527 del Codice Penale
Cassazione 24-3-59, Pintus, in Rep. Gen. Foro It. 1959, c.195, n 7/8
Trib. Rovereto, 9-10-59, Righetti in Rep. Gen. Foro It. 1960, c.204, 19/20
Trib Napoli, 17-3-60, Brancato, in Rep. Giust. Civ. 1960, pag. 181, n. 21
Trib Roma, 5-3-60, De Simone, in Rep. Giust. Civ. 1960, pag. 181, n. 22


domenica 20 marzo 2011

IL BACIO E LA LEGGE - parte 1

I media ci hanno abituato, ormai, a ben altri spettacoli, sdoganando una certa libertà di costumi...Io ricordo ancora la mia catechista sgridare una ragazza dell'oratorio perchè l'aveva vista baciare in pubblico il suo fidanzatino! Altri tempi,eh.
Eppure, avevate mai pensato che un bacio potesse essere perseguibile per legge?



" Gli innamorati, nonostante il parere degli interessati e quello di qualche autore di canzoni in voga, non vivono su una candida nuvoletta tutta appartata, al riparo dagli sguardi indiscreti, ma si trovano sempre sulla solida, vecchia terra, in stretto contatto con gli altri.
Quando è lecito il bacio dato in pubblico? E quando il  bacio deve essere considerato come dato in pubblico? (...)
In linea di massima i rigori della legge si sono concentrati su un particolare tipo di bacio scambiato in pubblico. E'innegabile, difatti, che il bacio può essere la manifestazione, per nulla riprovevole, di affetto, amicizia o di reverenza.
Se invece diventa espressione di passionalità, il bacio ovviamente non è più lecito.
S'intende che bisogna valutare anche le circostanze concrete nelle quali avviene il fatto: (...) Il Codice Penale parla di luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico; è ovvio perciò che certe effusioni sono proibite per la strada, in tram, nei giardini pubblici e naturalmente nei cinema e nei teatri.


Continua...

(Fonte: Enciclopedia della Donna, Fabbri ed., Milano, 1963, vol.I)




Per la serie...alzi la mano chi in questo momento non rischierebbe un processo!


venerdì 18 marzo 2011

Due mesi fa, assolutamente per caso, in un mercatino delle pulci, scoprivo L'Enciclopedia della Donna
Venti volumi che alternano consigli su come scegliere un buon aspirapolvere (o un buon marito, che a quanto pare è lo stesso) a deliziosi riassunti dei Fratelli Karamazov, per non parlare di quelle fastidiose zampe di gallina ...


La data? 1963, esattamente quattro anni prima che Mrs Robinson facesse il suo ingresso nelle sale cinematograiche di tutto il mondo e mettesse la parola Fine al perbenismo borghese da bonne société
Da quel giorno, quasi vent'anni sono passati - Mrs Robinson avrà appeso le autoreggenti al chiodo e indossato un paio di pantofole. 
Eppure,oggi, la donna vive un momento altrettanto fondamentale di quello vissuto dalle attiviste americane o dalla casalinga di Voghera all'alba del '68. 
Cosa è cambiato? In cosa noi, figlie e nipoti, siamo diverse? Cosa possiamo imparare?

"Due mamme e due figlie vanno al ristorante. C'è posto solo per tre eppure riescono a sedersi tutte quante."
Questo perchè prima di essere nonne, saremo madri e figlie. Ed è importante non perdere la voce delle nonne, anche solo per sorriderne con affetto.
Non credete?


ps. Un grazie a Mad per avermi fatto scoprire l'Enciclopedia...